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Sentenze e Ordinanze d’interesse

MUNGIELLO AVVOCATI

La Cassazione in un click:

Cassazione – sentenza n. 36197 del 28.12.2023: la prescrizione delle rivendicazioni nel pubblico impiego

La suprema Corte con sentenza n. 36197 del 28 dicembre 2023, ha affermato che nei rapporti di lavoro pubblico contrattualizzato o in quelli a tempo indeterminato la prescrizione quinquennale dei crediti da lavoro decorre in costanza di rapporto e non al termine al termine dello stesso. Rispetto ai dipendenti del settore privato, nel settore pubblico non sussiste quel “metus“ reverenziale, dovuto alla posizione di subalternità, dipendente dalla organizzazione aziendale, che, invece, è riscontrabile nel settore privato. Nel settore privato il potere datoriale di licenziamento è limitato dal Legislatore con una serie di norme, mentre nel settore pubblico, lo stesso potere, è condizionato da limiti e garanzie poste in essere per la difesa del lavoratore interessato e per la protezione dei generali interessi collettivi.

https://www.cortedicassazione.it/it/civile_dettaglio.page?contentId=SZC29356

Sentenza Numero: 27713 del 02/10/2023

Retribuzione sufficiente e proporzionata ex art. 36 Cost. – Valutazione officiosa – Ammissibilità – Giusto salario minimo costituzionale – Parametri – Individuazione.

a Sezione Lavoro, in tema di retribuzione proporzionata e sufficiente, ha affermato i seguenti principi:

«Nell’attuazione dell’art. 36 della Costituzione il giudice, in via preliminare, deve fare riferimento, quali parametri di commisurazione, alla retribuzione stabilita nella contrattazione collettiva nazionale di categoria, dalla quale può discostarsi, anche ex officio, quando la stessa entri in contrasto con i criteri normativi di proporzionalità e sufficienza della retribuzione dettati dall’art. 36 Cost., anche se il rinvio alla contrattazione collettiva applicabile al caso concreto sia contemplato in una legge, di cui il giudice è tenuto a dare una interpretazione costituzionalmente orientata.

Ai fini della determinazione del giusto salario minimo costituzionale il giudice può servirsi a fini parametrici del trattamento retributivo stabilito in altri contratti collettivi di settori affini o per mansioni analoghe.

Nella opera di verifica della retribuzione minima adeguata ex art. 36 Cost. il giudice, nell’ambito dei propri poteri ex art. 2099, comma 2, c.c., può fare altresì riferimento, all’occorrenza, ad indicatori statistici, anche secondo quanto suggerito dalla Direttiva UE 2022/2041 del 19 ottobre 2022».

https://www.cortedicassazione.it/it/civile_dettaglio.page?contentId=SZC10110

Ordinanza del 21/6/2023

Licenziamenti individuali – Impugnazione – Extragiudiziale – Art. 6 l. n. 604 del 1966 – Formalità – Individuazione.
Ai fini dell’impugnazione extragiudiziale del licenziamento, ai sensi dell’art. 6 della legge 15 luglio 1966 n. 604, è sufficiente ogni atto scritto con cui il lavoratore manifesti al datore di lavoro, con qualsiasi termine, anche non tecnico, e senza formule prestabilite, la volontà di contestare la validità e l’efficacia del provvedimento, essendo in detta manifestazione di volontà implicita la riserva di tutela dei propri diritti davanti all’autorità giudiziaria.
 Corte di cassazione, sezione lavoro, ordinanza 21 giugno 2023, n. 17731

Le principali sentenze del 9/6/2023

Cassazione n. 16383
Compensi avvocato – In assenza di accordo vincolante, il Tribunale applica il terzo comma dell’art. 2233 cod. civ., nel testo introdotto dall’art. 2 del d.l. n. 223/2006, convertito con modif. dalla l. n. 248/2006 che ha imposto a pena di nullità la forma scritta per l’accordo di determinazione del compenso professionale tra l’avvocato e il suo cliente.

Le principali sentenze del 12/5/2023

Cassazione n. 13727
L’indennizzo per il mancato godimento di riposi giornalieri e settimanali sconta regolarmente l’Irpef.https://smartlex24.ilsole24ore.com/private/default.aspx?iddoc=40196053#showdoc/40196053?ref=summary

Le principali sentenze del 11/5/2023

Cassazione n. 13880 Irap/avvocati – Illegittimo il silenzio rifiuto per l’avvocato che ha svolto la professione con prevalente lavoro personale di tipo intellettuale.

https://smartlex24.ilsole24ore.com/private/default.aspx?iddoc=40203487#showdoc/40203487?ref=summary

Le principali sentenze del 31/3/2023

Cassazione n. 9095 Non è legittimo un licenziamento quando è discriminatorio in funzione delle limitate capacità fisiche del lavoratore.

“La corte d’appello di Milano, con sentenza n. 755/2018, ha rigettato l’appello di………………………..p.a. e l’appello incidentale di ………………………………..proposti avverso l’ordinanza n. 28175/2017del Tribunale della stessa città con la quale il giudice di primo grado, in parziale accoglimento della domanda del lavoratore, aveva…

https://i2.res.24o.it/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/QUOTIDIANI_VERTICALI/Online/_Oggetti_Embedded/Documenti/2023/04/01/9095.pdf

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Cassazione n. 9128 E’ immotivato scegliere di licenziare un dipendente (nel licenziamento collettivo), se questi è in grado di svolgere altro lavoro all’interno della società.

“La Corte d’appello di Roma in riforma di sentenza del Tribunale di Cassino, ha accolto il reclamo di……………….e condannato ……………… p.a. a reintegrarla nel posto di lavoro ed a corrisponderle una indennità risarcitoria pari alla retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento al giorno della reintegrazione, non superiore a 12 mensilità, nonchè a versare in suo favore i contributi di legge”….

https://ntplusdiritto.ilsole24ore.com/art/il-deposito-principali-sentenze-giorno-AE2g0FCD

Le principali sentenze del 16/2/22

Sentenza n. 4835 del 16 febbraio 2023

Le Sezioni Unite Civili, decidendo su questione di massima di particolare importanza, hanno affermato che: – il principio di “non dispersione (o di acquisizione) della prova”, operante anche per i documenti – prodotti sia con modalità telematiche che in formato cartaceo –, comporta che il fatto storico in essi rappresentato si ha per dimostrato nel processo, costituendo fonte di conoscenza per il giudice e spiegando un’efficacia che non si esaurisce nel singolo grado di giudizio, né può dipendere dalle successive scelte difensive della parte che li abbia inizialmente offerti in comunicazione; – il giudice d’appello ha il potere-dovere di esaminare un documento ritualmente prodotto in primo grado nel caso in cui la parte interessata ne faccia specifica istanza nei propri scritti difensivi, mediante richiamo di esso nella parte argomentativa dei motivi formulati o delle domande ed eccezioni riproposte illustrando le ragioni, trascurate dal primo giudice, per le quali il contenuto del documento acquisito giustifichi le rispettive deduzioni; – affinché il giudice di appello possa procedere all’autonomo e diretto esame del documento già prodotto in formato cartaceo nel giudizio di primo grado, onde dare risposta ai motivi di impugnazione o alle domande ed eccezioni riproposte su di esso fondati, il documento può essere sottoposto alla sua attenzione, ove non più disponibile nel fascicolo della parte che lo aveva offerto in comunicazione (perché ritirato e non restituito, o perché questa è rimasta contumace in secondo grado), mediante deposito della copia rilasciata alle altre parti a norma dell’art. 76 disp. att. c.p.c.; – il giudice di appello può inoltre porre a fondamento della propria decisione il documento prodotto in formato cartaceo non rinvenibile nei fascicoli di parte apprezzandone il contenuto che sia trascritto o indicato nella decisione impugnata, o in altro provvedimento o atto del processo, ovvero, se lo ritiene necessario, può ordinare alla parte interessata di produrre, in copia o in originale, determinati documenti acquisiti in primo grado. – allorché la parte abbia ottemperato all’onere processuale di compiere nell’atto di appello o nella comparsa di costituzione una puntuale allegazione del fatto rappresentato dal documento cartaceo prodotto in primo grado, del quale invochi il riesame in sede di gravame, e la controparte neppure abbia provveduto ad offrire in comunicazione lo stesso nel giudizio di secondo grado, sarà quest’ultima a subire le conseguenze di tale comportamento processuale, potendo il giudice, il quale ha comunque il dovere di ricomporre il contenuto di una rappresentazione già stabilmente acquisita al processo, ritenere provato il fatto storico rappresentato dal documento nei termini specificamente allegati nell’atto difensivo.

https://www.cortedicassazione.it/corte-di-cassazione/it/recentissime_corte.page?frame4_item=1#

Le principali sentenze del 1/2/22

Sentenza n. 3077 del 1 febbraio 2023

Le Sezioni Unite di questa Corte, in tema di responsabilità ambientale, hanno affermato che a carico del proprietario/gestore del sito inquinato che non abbia direttamente causato l’inquinamento, non può essere imposto l’obbligo di eseguire le misure di messa in sicurezza di emergenza (c.d. “m.i.s.e.”) e di bonifica, in quanto gli effetti in capo al proprietario incolpevole sono limitati a quanto previsto dall’art. 253 c. amb. in tema di oneri reali e privilegi speciali immobiliari, possedendo le misure anzidette una connotazione ripristinatoria di un danno già prodottosi che le rende non assimilabili alle misure di prevenzione che, viceversa, il proprietario del sito è obbligato ad assumere in quanto idonee a contrastare un evento recante una minaccia imminente per la salute o per l’ambiente, intesa come rischio sufficientemente probabile; al proprietario che non abbia causato l’inquinamento sono, altresì, inapplicabili i criteri di imputazione della responsabilità di cui agli artt. 2050 e 2051 c.c., dal momento che la disciplina definita nella parte quarta del c. amb. per la bonifica dei siti contaminati ha carattere di specialità rispetto alle norme del codice civile, contemplando, a tale proposito, la specifica posizione del proprietario/gestore incolpevole e trovando applicazione nei confronti del responsabile dell’inquinamento (in base al principio “chi inquina paga” di cui alla Direttiva 2004/35/CE), a titolo di dolo o colpa; ne consegue che l’obbligo di adottare le misure utili a fronteggiare la situazione di inquinamento rimane unicamente a carico di colui che di tale situazione sia stato responsabile per avervi dato colposamente o dolosamente causa, non potendosi addossare al proprietario incolpevole dell’inquinamento alcun obbligo né di bonifica, né di messa in sicurezza.

https://www.cortedicassazione.it/corte-di-cassazione/it/recentissime_corte.page?frame4_item=2

Le principali sentenze del 5/10/22

AGEVOLAZIONI FISCALI – Cassazione n. 28823

Le spese eseguite su un bene strumentale all’attività di impresa garantiscono a chi le sostiene il diritto alla detrazione Iva

LAVORO – Cassazione n. 28824

Solo il legittimo trasferimento d’azienda comporta la continuità di un rapporto di lavoro che resti unico e immutato

ACCERTAMENTO FISCALE – Cassazione n. 28857

Ricade sul contribuente provare che i movimenti bancari non sono fiscalmente rilevanti

RESPONSABILITA’/RISARCIMENTO – Cassazione n. 28870

Non è stato riconosciuto il danno da caduta per la buca in quanto il soggetto infortunato avrebbe dovuto conoscere lo stato dissestato della strada

COMPENSI DEL LEGALE – Cassazione n. 28914

Il compenso del legale deve rispettare anche il criterio di equità

Le principali sentenze del 30/6/22

PROCEDIMENTO CIVILE – Cassazione n. 20834
Inammissibile per difetto di interesse il ricorso in cassazione con il quale si denunci una violazione processuale non valutata in appello ma che non sarebbe stata motivo tassativo di rinvio al primo giudice e non abbia prodotto un pregiudizio per la difesa


FALLIMENTO – Cassazione n. 20881
Il termine di 30 giorni per il pagamento in unica soluzione dell’imposta decorre dalla sentenza di omologazione del concordato


IVA – Cassazione n. 20880
Rimborso eccedenza Iva – L’impugnazione dell’avviso di accertamento in rettifica interrompe la prescrizione decennale del diritto al rimborso


COLTIVATORI DIRETTI – Cassazione n. 20877
Non è preclusa all’amministrazione una forma di accertamento che consegua alla rilevazione di indici di capacità patrimoniale non coordinabile con il reddito forfettario denunciato


CESSATA ATTIVITA’ – Cassazione n. 20874
Per l’eccedenza di imposta termine di prescrizione decennale e non decadenza biennale


VOLUNTARY DISCLOSURE – Cassazione n. 20933
Se l’agenzia cambia la pretesa deve emettere un nuovo atto motivato

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Le principali sentenze del 23/6/22

RISARCIMENTO DANNO – Cassazione n. 20310
Il ministero della Salute è tenuto a risarcire il danno subito dalla paziente sottoposta a trasfusione con relativo contagio da epatite cronica
LICENZIAMENTO – Cassazione n. 20313
In tema di licenziamento le somme dovute per ingiusto licenziamento si conteggiano dal giorno dell’esonero alla reintegra sottraendo le mensilità in cui il dipendente ha lavorato
LAVORO E FORMAZIONE – Cassazione n. 20289
Il contratto marittimo in ipotesi di nullità del termine si trasforma in contratto a tempo indeterminato marittimo e non a tempo indeterminato di tipo comune
RISARCIMENTO DANNO – Cassazione n. 20292
Nel danno da perdita parentale occorre valutare una serie di parametri quali l’età della vittima, l’età del superstite, il grado di parentela

Fonte originale


Sentenza n. 20278 del 23/06/2022

Le Sezioni Unite, pronunciando su questione di massima e di particolare importanza, hanno affermato che il diritto al risarcimento del danno da inadempimento della direttiva comunitaria n. 82/76/CEE, riassuntiva delle direttive e n. 75/363/CEE, spetta anche in favore di soggetti iscritti a corsi di specializzazione negli anni accademici anteriori al 1982-1983, ma solo a partire dal 1 gennaio 1983 e fino alla conclusione della formazione stessa, sempre che si tratti di una specializzazione medica comune a tutti gli Stati membri, oppure a due o più, come menzionate agli artt. 5 e 7 della direttiva n. 75/362/CEE

Presidente: C. De Chiara

Relatore: L. Nazzicone

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Sentenza n. 23401 del 15/06/2022

La Sesta Sezione penale, in tema di responsabilità da reato degli enti, ha affermato che, ove il delitto presupposto della persona fisica posta al vertice aziendale sia quello di aggiotaggio, l’idoneità del modello organizzativo a prevenire la commissione di “delitti di comunicazione” deve essere verificata dal giudice con valutazione ex ante, effettuata conformemente ai principi generali della “colpa di organizzazione” e tenendo conto, inoltre, delle peculiarità di tale genere di delitti, sicchè non può essere ritenuto inidoneo un modello organizzativo aziendale che non contempli forme di controllo preventivo sul testo dei comunicati e delle informazioni divulgate dagli organi di vertice, in quanto tali comunicazioni sono espressione dell’autonomo potere gestionale di questi ultimi. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto esente da censure la decisione con la quale è stata esclusa la responsabilità da reato dell’ente, in quanto la condotta tenuta nella vicenda dal presidente e dall’amministratore delegato della società, che aveva assunto un modello adeguato nella prevenzione di tali reati, risultava frutto di un’iniziativa estemporanea e fraudolentemente elusiva delle prescrizioni del modello organizzativo adottato).

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Sentenza n. 19044 del 13/06/2022

La Sezione Lavoro, in riferimento al regime speciale di assunzione a tempo determinato dei docenti di religione cattolica nella scuola pubblica, di cui alla l. n. 186 del 2003, ha affermato che costituisce abuso nell’utilizzazione della contrattazione a termine sia il protrarsi di rapporti annuali a rinnovo automatico o comunque senza soluzione di continuità per un periodo superiore a tre annualità scolastiche, in mancanza di indizione del concorso triennale, sia l’utilizzazione discontinua del docente, in talune annualità, per ragioni di eccedenza rispetto al fabbisogno, a condizione, in quest’ultimo caso, che si determini una durata complessiva di rapporti a termine superiore alle tre annualità, e che, in tutte le menzionate ipotesi di abuso, sorge il diritto dei docenti al risarcimento del danno c.d. eurounitario, con applicazione, anche in ragione della gravità del pregiudizio, dei parametri di cui all’art. 32, comma 5, della l. n. 183 del 2010 (poi, art. 28, comma 2, del d.lgs. n. 81 del 2015) oltre al ristoro, se provato, del maggior danno sofferto, non essendo invece riconoscibile la trasformazione di diritto in rapporti a tempo indeterminato.

Presidente: A. Manna

Relatore: R. Bellé

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Sentenza n. 17619 del 31/05/2022

Le Sezioni Unite, pronunciando su questioni di massima e di particolare importanza, in tema di risarcimento del danno da tardiva ed incompleta trasposizione nell’ordinamento interno delle direttive n. 75/362/CEE e n. 82/76/CEE, relative al compenso in favore dei medici ammessi ai corsi di specializzazione universitari, hanno affermato che: – il ricorso amministrativo per l’annullamento del d.m. 14-2-2000 costituisce atto idoneo ad interrompere la prescrizione del termine per far valere il diritto soggettivo dei medici specializzandi al risarcimento del danno da inadempimento di direttive comunitarie, con effetto permanente legato al perdurare del giudizio amministrativo, in quanto proposto per far valere una posizione di interesse legittimo strumentale al pieno esercizio del diritto soggettivo tutelabile innanzi al G.O; – la perenzione del giudizio amministrativo, ex art. 9, comma 2, della l. n. 205 del 2000, determina, tuttavia, il venir meno dell’effetto interruttivo permanente, ex art. 2945, comma 3, c.c., restando fermo il solo effetto interruttivo istantaneo determinato dalla proposizione della domanda in quella sede, e senza che un nuovo effetto interruttivo possa essere riconosciuto ad una sopravvenuta decisione dell’incidente di costituzionalità sollevato nel corso del giudizio amministrativo o all’istanza di prelievo ivi depositata.

Presidente: A. Amendola

Relatore: L. Rubino

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Sentenza n. 11665 del 11/04/2022

La Sezione Lavoro ha affermato che in tema di licenziamento disciplinare, al fine di selezionare la tutela applicabile tra quelle previste dall’art. 18, commi 4 e 5, st.lav., come novellato dalla l. n. 92 del 2012, il giudice può sussumere la condotta addebitata al lavoratore, e in concreto accertata giudizialmente, nella previsione contrattuale che, con clausola generale ed elastica, punisca l’illecito con sanzione conservativa e che tale operazione di interpretazione e sussunzione non trasmoda nel giudizio di proporzionalità della sanzione rispetto al fatto contestato, restando nei limiti dell’attuazione del principio di proporzionalità, come eseguito dalle parti sociali attraverso la previsione del contratto collettivo.

Presidente: G. Raimondi

Relatore: F. Garri

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Sentenza n. 8463 del 16/03/2022

La Prima Sezione civile, intervenendo sulla complessa ed attuale tematica della liquidazione coatta amministrativa delle banche venete di cui al d.l. n. 99 del 2017, conv. con modif. dalla l. n. 212 del 2017, ha affermato che, per effetto del rinvio operato dall’art. 2 dell’evocato d.l. alle norme del TUB, le quali a loro volta rinviano (ex art. 80 nel testo pro tempore) alle disposizioni della legge fallimentare per quanto non diversamente disposto, l’ammissione dei crediti con riserva, anche nello stato passivo della liquidazione coatta amministrativa delle banche suddette, è configurabile entro i medesimi limiti operanti nella formazione dello stato passivo del fallimento; ne consegue che il giudizio di condanna instaurato dai risparmiatori contro una delle banche venete anzidette, prima dell’apertura della l.c.a., non diventa improcedibile all’esito di tale apertura, ove sia stata già pronunciata la sentenza di merito, in quanto, a norma dell’art. 96 l.fall., il creditore, sulla base della sentenza impugnata, deve essere ammesso al passivo con riserva, mentre il commissario, dal canto suo, può proseguire il giudizio nella fase di impugnazione.

Presidente: F.A. Genovese

Relatore: F. Terrusi

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Sentenza n. 26246 del 06/09/2022

Con riferimento alla questione della decorrenza della prescrizione dei crediti retributivi, la Sezione lavoro ha affermato che il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, come modulato per effetto della l. n. 92 del 2012 e del d.lgs. n. 23 del 2015, mancando dei presupposti di predeterminazione certa delle fattispecie di risoluzione e di una loro tutela adeguata, non è assistito da un regime di stabilità, sicché, per tutti quei diritti che non siano prescritti al momento di entrata in vigore della l. n. 92 del 2012, il termine di prescrizione decorre dalla cessazione del rapporto di lavoro, a norma del combinato disposto degli artt. 2948, n. 4, e 2935 c.c.,.

Presidente: G. Raimondi
Relatore: A.P. Patti

https://www.cortedicassazione.it/corte-di-cassazione/it/quarta_sezione_lavoro.page

Lavoro – Lavoro subordinato – Diritti ed obblighi del datore e del prestatore di lavoro – Prestazione del lavoro – Controlli del datore di lavoro a mezzo di agenzia investigativa – Legittimità – Condizioni.

Corte di cassazione, sezione lavoro, ordinanza 24 agosto 2022, n. 25287

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Lavoro – Licenziamento per giusta causa – Dipendente – registro delle presenze manomesso – Occultamento delle assenze ingiustificate dal lavoro – Ricorso del datore ai servizi di un investigatore privato – Illegittimità.

Corte di cassazione, sezione lavoro, sentenza 4 settembre 2018, n. 21621

Fonte originale


Lavoro – Lavoro subordinato (nozione, differenze dall’appalto e dal rapporto di lavoro autonomo, distinzioni) – Diritti ed obblighi del datore e del prestatore di lavoro – Prestazione del lavoro controlli del datore di lavoro a mezzo di agenzia investigativa – Attività lavorativa svolta fuori dai locali aziendali – Legittimità – Condizioni – Fondamento.

Corte di cassazione, sezione lavoro, ordinanza 11 giugno 2018, n. 15094

Fonte originale


Lavoro – Lavoro subordinato – Diritti ed obblighi del datore e del prestatore di lavoro – Libertà e dignità del lavoratore – Personale di vigilanza – Controlli del datore di lavoro a mezzo di agenzia investigativa – Legittimità – Condizioni – Fondamento.

Corte di cassazione, sezione lavoro, sentenza 26 giugno 2017, n. 15867

Fonte originale


Lavoro – Vigilanza sui dipendenti – Comportamento illecito – Estinzione del rapporto.

Corte di cassazione, sezione lavoro, sentenza 23 giugno 2011, n. 13789

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